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A Melendugno sono in molti a dedicarsi all’attività di polpiere, ma Cosimo Lucetta è senza ombra di dubbio l’essere umano più dotato di talento in questa difficile disciplina estiva. Forse è per via del suo stato di dipendente modello della Banca Popolare di Puglia e Basilicata, dove lavora come impiegato da trent’anni, apprezzato dai suoi diretti superiori per le sue doti rarissime di rassegnazione agli eventi nei rapporti con i clienti più rognosi, pronti a correre allo sportello ogni volta che la borsa va in pollice verso, e bisogna dire, ad onor del vero, che le occasioni negli ultimi tempi non mancano di certo. Lucetta ascolta le lamentele quotidiane, risponde agli insulti con un mezzo sorriso, para le bestemmie con encomiabile savoir faire, anche quando coinvolgono i membri aviti della sua stessa famiglia, poi torna a casa un po’ stanco, passa la pelle di daino sul cruscotto e sul volante della sua automobile, dopo averla parcheggiata in garage, e bacia la moglie sulla fronte, senza mai far commenti sul cibo che lei gli porge nel piatto, non essendo un uomo dai gusti difficili, purché si faccia attenzione ad evitare pesci, crostacei e celenterati, che non sopporta di vedere serviti alla sua mensa.

«Il polpo si caccia, non si mangia», suole ripetere alla signora Elvira quando questa gli propone un’insalata fredda o una “Luciana”, tanto che da anni lei ha smesso di parlarne, per non suscitare il risentimento del marito, benché quel ribrezzo abbia qualcosa di paradossale: Cosimo Lucetta, infatti, nella sua testa di impiegato modello, non fa che pensare al polpo, al suo irritante andamento scomposto e zigzagante, alla sua abitudine barbarica di mandar fuori getti d’inchiostro che possono anche accecare, badate bene, alla sua viltà di essere molliccio che vive nascosto fra le rocce sottomarine per sfuggire all’occhio vigile del cacciatore estivo. E Lucetta è un cacciatore vero, uno stanatore fuori dal comune, con un arsenale di fiocine e coltellini da fare invidia persino all’assessore Bruno e all’onorevole Zanna, che non di rado lo consultano sugli arnesi più adatti per la pesca al polpo fuori dalle acque territoriali. Dovunque vada, da Santa Maria di Leuca al Conero, da Lussino a Marsa Alam, Lucetta torna con i retini carichi di polpi di ogni misura, già battuti e pronti a rallegrare le tavole delle grandi feste di paese organizzate nei mesi estivi dalla Regione Puglia. Un solo cruccio attraversa di tanto in tanto la mente lucida e ordinata dell’impiegato Cosimo Lucetta: ma perché suo figlio Lucio torna a casa ogni giorno con quel passo ondeggiante e disarticolato? E perché non vuole accompagnarlo nelle sue epiche battute di caccia internazionale al polpo nelle lunghe estati di Melendugno, preferendo alla fiocina i tavolini all’aperto del Bar Centrale?

PicsPlay_1357224882472Nunzia Palmieri