La recensione fa parte di un progetto di collaborazione fra la rivista “La Balena Bianca” e il Master in Editoria promosso dalla Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori e dall’Università degli Studi di Milano nel contesto della quinta edizione del Premio POP – Opera Prima, coordinato da Andrea Tarabbia. A coronare mesi di discussione e lavoro in classe intorno ai libri in lizza per il premio, gli studenti del Master si sono cimentati nel recensire a gruppi i titoli giunti nella cinquina finale. L’iniziativa rispetta a pieno l’intento alla base del Premio POP: permettere un confronto tra (quasi) esordienti nel mondo editoriale e scrittori esordienti del panorama italiano contemporaneo.


Questa recensione è stata scritta dagli studenti Gloria Naldi, Alice Mancini, Alessandra Di Luca, Greta Zilliken, Francesco Rossetti.


Scavare non è un libro per tutti, nella forma e nel contenuto. L’esordio di Giovanni Bitetto, classe 1992, si fa notare nel panorama della narrativa italiana recentissima per la sua voluta ricercatezza, anche editoriale. Secondo titolo della collana Incursioni (a cui appartiene anche la vincitrice del Premio Campiello Opera Prima 2020, Veronica Galletta con Le isole di Norman) per le edizioni ItaloSvevo, ha in comune con gli altri, pochi, titoli della stessa collezione un formato prezioso e dal gusto retrò.

Il nome dell’autore, che fino ad ora era rimasto all’interno della nicchia critico-letteraria del web (Bitetto ha infatti collaborato con testate come The Vision, L’indiscreto, Nazione Indiana e Flanerì), si inserisce perfettamente in Incursioni, come ha specificato il direttore Dario De Cristofaro. L’obiettivo della collana è riavvicinare alla forma libro il mondo delle riviste letterarie, recentemente tornato in auge.

Scavare si presenta in un formato piccolo, un volumetto agile sulla cui copertina, progettata da Maurizio Ceccato, campeggia a grandi caratteri il titolo. A prima vista, potrebbe sembrare un libro come tanti, ma il perché Scavare non sia un libro per tutti appare chiaro non appena il lettore comincia a sfogliare il libro.

Chiunque si avvicini al volume, infatti, si troverà a dover compiere un’operazione preliminare e propedeutica alla lettura: ItaloSvevo ha intrapreso la scelta, controcorrente e dal sapore arcaico, di lasciare a chi legge il compito di separare le pagine intonse di questi libri con un tagliacarte. Una volta aperto, anche la carta partecipa al carattere materico del volume, con una grammatura particolarmente alta e un’impaginazione che lascia molto spazio al bianco, adattandosi al testo. Un libro che si configura come un oggetto dal non trascurabile valore estetico, e il cui contenuto si sposa perfettamente al suo contenitore, richiamando un lettore che fin da subito deve essere disposto a mettersi in gioco, anche materialmente, per entrare nel libro.

Di cosa parla, dunque, Scavare? Si tratta di un monologo a due, un lungo discorso che il narratore rivolge in una sola notte all’amico di una vita, appena morto. Questa occasione consente all’Io narrante di ripercorrere l’intero tracciato, accidentato e irregolare, di un’amicizia simbiotica ed essenzialmente conflittuale, dalla prima adolescenza fino all’età adulta. Scavare è un romanzo costruito sulla polarità, che, incarnandosi nei due protagonisti, si innesta su più livelli: il padre e la madre, la città e la provincia, l’ideologia e l’ambizione personale, la salute e la malattia. Anche nella sua struttura monologica, la narrazione è permeata da una dualità fondamentale, in cui l’Altro è presenza fantasmatica e ossessiva, co-essenziale all’identità dell’Io narrante.

Ma è proprio la morte dell’uno che consente all’altro di provare a sciogliere e problematizzare il conflitto latente tra loro, presente in nuce fin dall’età puberale. A partire dal rapporto omoerotico di vaga reminiscenza classica sembra che si sancisca una fratellanza destinata a durare finché uno dei due rimarrà in vita. Il conflitto diviene in seguito tangibile nella divaricazione delle esistenze dei protagonisti: l’uno letterato, nichilista e ossessionato dalla realizzazione personale; l’altro filosofo marxista, omosessuale e apparentemente al di sopra del desiderio di compiacere la società in cui vive.

«Sono due le azioni che può compiere l’uomo: scavare nel proprio animo o seppellirsi nelle cose del mondo. Tu cosa hai fatto? E cosa ho scelto io?»

Abbiamo affermato che Scavare non è un libro per tutti. L’elemento che lo rende più di nicchia è prima di tutto la sua lingua: Bitetto ha scritto questo “estremo dialogo” scegliendo una prosa elegante e classica, cui si può facilmente affibbiare persino l’appellativo di barocca. Uno stile ricco che invita a soffermarsi per assaporare ogni parola e che favorisce un ritmo di lettura lento e meditato, sostenuto anche dall’impaginato minimale, quasi da libro di poesia.

Ci si può chiedere quanto ci sia di autobiografico in un romanzo come questo: l’autore ha condiviso con i suoi personaggi il desiderio di fuga dalla provincia meridionale, l’approdo a Bologna e gli studi umanistici. Ad ogni modo, ciò che emerge da questo esordio è un’autorialità solida che fa mostra di sé solamente attraverso la scrittura, in linea con la personalità schiva di Giovanni Bitetto. Il suo nome è entrato nel panorama editoriale della giovane narrativa italiana come una voce difficile da non ascoltare, una voce che chiunque sia interessato alle tendenze contemporanee della narrativa italiana deve prendere in considerazione, se non altro per la prosa, così caratterizzante, che lo rende differente rispetto ad altri autori e impossibile da trascurare. A fronte di un’accoglienza positiva da parte della critica, non potrebbe stupire un successo adeguato al suo pubblico di riferimento.

Un pubblico costituito da persone che, a nostro avviso, si differenziano dalla maggior parte dei lettori: Scavare riesce a colpire l’attenzione di chi vuole fare un viaggio indietro nel tempo, sia per la confezione editoriale del testo, sia per il profilo letterario, molto maturo rispetto ad altri scrittori a lui contemporanei.

Sono tutti questi elementi che rendono Scavare un romanzo atipico rispetto agli altri titoli presenti nelle librerie italiane, un unicum che si differenzia fortemente da altri esordi e che ItaloSvevo Edizioni ha sapientemente proposto nella veste più consona alla sua essenza.


Giovanni Bitetto, Scavare, Italo Svevo 2019, pp. 213, € 16,00