In attesa della cerimonia di premiazione della XLI edizione del Premio Narrativa Bergamo, che si terrà sabato 3 maggio alle ore 18 al Teatro alle Grazie di Viale Papa Giovanni XXIII, proponiamo delle brevi interviste con i cinque autori finalisti. Dopo Dario VoltoliniBruno PischeddaAde Zeno e Antonella Moscati, chiudiamo oggi con Pietro Nicolaucich, in cinquina con Lagunalabirinto (cong edizioni 2024).


Come sei arrivato a comporre questa struttura così particolare del libro? Più nel dettaglio, volevo sapere se la composizione di testo e disegni è sempre stata nel progetto o se è emersa successivamente. E infine: hai pensato sin dall’inizio di unire (o, meglio, far succedere) i tuoi disegni a quelli di Hugo Pratt?

La struttura del libro è legata alla storia del libro stesso: dopo aver concluso il primo dei due racconti, ho scritto una mail a Cong (la società che gestisce il patrimonio artistico di Hugo Pratt) per chiedere il permesso di poterlo utilizzare, essendo Corto Maltese un marchio registrato. Non avevo idea di cosa ne avrei fatto, né quando, ma per qualsiasi cosa avrei avuto bisogno della loro autorizzazione. Ti lascio immaginare la sorpresa quando mi hanno risposto che gli era piaciuto tanto che me lo avrebbero pubblicato loro come secondo volume della loro nuova collana Escondida. A quel punto sono successe tre cose:
1- Il racconto era troppo breve per una pubblicazione, quindi mi hanno chiesto di ampliare il libro. Così ne ho scritti di getto altri tre, superando di fatto la lunghezza richiesta, motivo per cui poi sono stati pubblicati solo i primi due.
2- La collana Escondida era già di per sé pensata per essere arricchita da una selezione d’archivio delle illlustrazioni originali di Pratt: mai mi sarei aspettato di vedere un giorno il mio nome in copertina accanto al suo.
3- Essendo il secondo racconto ambientato nel futuro rispetto al tempo in cui si svolgono le avventure di Corto Maltese (un futuro in cui Rasputin è vecchio), non c’era modo di trovare delle illustrazioni originali adatte ad accompagnare il testo, così mi hanno chiesto di realizzare anche i disegni, creando di fatto un ibrido bizzarro e labirintico come il libro stesso. Ah, dimenticavo: sono un illustratore.

Mi piacerebbe sapere qual è il tuo primo ricordo di Venezia e della laguna a cui è intitolato il libro. Alla lettura si intuisce un rapporto molto forte, quasi viscerale, tra te e questi luoghi. Volevo chiederti se si tratta del ricordo di un’esperienza fisica o di un racconto (una storia, un’immagine, un video).

Da Friulano ho sempre frequentato Venezia, per questioni di vicinanza. Il primo ricordo risale all’infanzia, durante una gita con i miei genitori, ma la vera relazione è nata ai tempi dell’università: studiavo lettere a Padova e fui introdotto in un giro di veneziani doc che mi fecero scoprire il volto nascosto della città galleggiante. Vent’anni dopo sono ancora tra gli amici più cari che ho, e rimangono il mio ponte privilegiato con una città che purtroppo sta cedendo sotto il peso dell’overtourism. Lagunalabirinto è anche un tentativo di salvarla attraverso una sorta di rituale magico-esoterico. So di non aver risposto alla tua domanda. Ci ho pensato a lungo e purtroppo mi vedo costretto ad autocensurarmi nell’unica risposta autentica che potrei darti. Lasciamola così, sospesa nel mistero.

In conclusione al libro ringrazi molte persone ma, in particolare, dichiari un debito verso Michele Mari. In che modo ti ha influenzato nell’approcciarti a queste storie? Ero curioso di sapere se c’è qualche opera in particolare che hai tenuto come punto di riferimento nello scrivere Lagunalabirinto. A me era venuto in mente ovviamente La stiva e l’abisso, ma magari la tua risposta è diversa.

Michele Mari è il mio autore vivente preferito, e basterebbe questo a garantirgli un ringraziamento in conclusione a ogni mia opera. Il suo concetto di narrativa dell’invenzione e il mio coincidono alla perfezione, e questo per me è sempre fonte di grande ispirazione e orgoglio. La stiva e l’abisso è sicuramente sul podio dei suoi libri, ma il vero motivo di quel ringraziamento è che inconsciamente ogni cosa che scrivo la scrivo per lui. Mi spiego meglio: il primo metro di giudizio che utilizzo quando scrivo è “scrivi qualcosa che piacerebbe a Michele Mari”. In genere gli scrittori scrivono quello che vorrebbero trovare in un libro, o quello che immaginano possa piacere al pubblico. Io invece, da perfetto fanatico, scrivo quello che spero possa piacere a lui… se mai mi leggerà.

All’inizio di Lagunalabirinto citi i «tre luoghi magici e nascosti» di Venezia elencati da Hugo Pratt ne La Corte sconta detta arcana e alla fine di Favole di Venezia: quei luoghi che fanno accedere «in posti bellissimi e in altre storie». Per Pratt sono: in calle dell’Amor e degli Amici, al ponte delle Meravegie e in calle dei Marrani a San Geremia in Ghetto. Volevo sapere quali sono i tuoi “luoghi magici e nascosti” di Venezia e se coincidono con la triade prattiana.

Credo che chiunque abbia la fortuna di avere un rapporto esclusivo con Venezia possa vantare i propri tre luoghi magici. I miei sono le Zattere, il Ghetto e Sant’Elena.

Infine, una domanda leggera, che rivolgiamo sempre ai finalisti del Premio Bergamo: quale tratto del tuo libro pensi possa farlo vincere?

Beh, di fatto il libro è una caccia al tesoro, cosa c’è di più avvincente?