Disordini di Fiammetta Cirilli è un libro di poesie uscito nel 2022 per [dia•foria, all’interno della collana floema, curata da Daniele Poletti.

Ciò che caratterizza il libro e tiene insieme i testi, oltre alla sensazione di nausea e stordimento per l’eccesso di realtà, è il procedere per scarti e accumuli dei frangenti quotidiani minimi, dei residui, delle ossessioni, dei tarli che rodono i lembi stessi del discorso: la crociera per il Mediterraneo si somma alle larve bianche, ai ragni, agli oroscopi, alla sintassi, alle bambole di pane, alle cocciniglie, agli spilli, a Ulisse, alle bambine. Non si tratta della ripetizione della medesima scena, scelta comune a molta poesia contemporanea, ma della ricorsività di temi e figure che popolano le scene, della registrazione ossessiva e della relativa restituzione dei dati di realtà: «Acari bruni e miele, micoplasma, | batteri comuni, larve: fanno il nido, | assiepano, montano e smontano ogni ora | cumuli d’uova.» (p. 8); «imparano com’è | semplice seminare dicondre in aiuole tre per | due appena orlate, coi sentieri di pietra chiara | al mezzo, le ortensie, gli alberi di limone» (p.9).

Ogni scena o frangente ne contiene una ulteriore, lo spettacolo del corpo svuotato può stare insieme alla penisola di Crimea, alle ragazze rumene, alla finzione, alle viscere compresse, alle calendule, in virtù di una totale giustificazione estetica del reale, nei confronti del quale l’autrice non dà giudizio, collocandosi di qua dalla percezione: «I condotti sono otturati. I filtri lavorano male. | L’aria di fuori, in quantità minime, penetra | e si disperde fino nel cuore dell’ambiente.» (p. 8); «I condotti sono otturati. Con antibiotici e | un intervento senza anestesia potevano pure | essere guariti.» (p. 9); «Bestie rosse, cocciniglie che rigano i davanzali, i muretti.» (p. 29); «Bestie rosse, sterpaglie – cocciniglie. Affogano a pelo del marmo, nelle solcature dell’uso: | per riaffiorare dopo, sparire ancora, tornare.» (p. 30); «Qualcuno vorrebbe, poi, con le sassate, | (Ripetono le bambine, bambole, la lezione)» (p. 87); «C’era. | Non. | (Ripetono le bambine, bambole, la lezione)» (p. 91).

Lo stile asciutto e netto si caratterizza per l’uso dell’elenco e della reiterazione, per l’introduzione di variazioni minime nel dettato, la sintassi è prevalentemente paratattica, la postura si mantiene alto-tragica, l’io è al più assorbito dal moltiplicarsi dei realia, il soggetto si riduce a collezione di figure continuamente slogate, il lessico accoglie termini ed espressioni che vanno da «vertebre» a «operai specializzati», da «attrito» a «topos», da «caso sociale» a «taccuino», da «distillati» a «baby sitter»: «Le orme impastate al fango, le voci. | Il cancello mentre si apre e accoglie, assorbe. | Il rumore, le forme ottuse. | Il racconto delle sirene. | Il gatto appostato in vista. In caccia, | affamato.» (p. 89); «L’autobus, la strada. | La nebbia meno spessa. | L’ospizio appena più lontano, le finestre | spalancate per la colazione, le pulizie dentro alle camere.» (p. 90).

La visione del mondo veicolata dai testi risulta lucida e disincantata, il discorso sul mondo e sul linguaggio sutura o prova a suturare la faglia aperta dalla tendenza all’iperdescrittività propria dell’autrice; i disordini corrispondono in definitiva agli scarti di cui sopra, ai frangenti, agli strappi sullo spazio bianco della pagina che il lettore prova a ricucire per dare forma, ordine, per conferire senso: «Si coltivano i nessi, si favoriscono i collega- | menti tra spazi e tempi anche distanti» (p. 35); «a volte balbettano residui di una sintassi attardata, espressioni come si potevano usare | nel dopoguerra – la cortesia che è tanta ma | inciampa» (p. 42); «le parole dicono di ferite fuori tempo – a | mezzogiorno, giorno spaccato a mezzo e liquefatto: la linea della luce, srotolata, cieca» (p. 84).


Fiammetta Cirilli, Disordini, diaforia, 2022, pp. 112, euro 15.