Il primo video ufficiale tratto dal nuovo album degli Artctic Monkeys, Tranquility Base Hotel & Casino, si apre, primo elemento sorprendente, con il frontman Alex Turner, capelli lunghi e giacca marrone chiaro, al pianoforte. Accenna una melodia che sembra uscita da un film americano degli anni Quaranta, come Casablanca. Dopo qualche secondo, un sintetizzatore quasi ossessivo irrompe nel campo sonoro. La macchina da presa si sposta in una carrellata laterale, verso sinistra, e si ferma davanti a un corridoio sontuoso di un qualche palazzo o castello, probabilmente del Settecento. Il video è quello della canzone Four out of five le cui ambientazioni e l’uso continuo di carrellate e di zoom ricordano inequivocabilmente il cinema di Stanley Kubrick, Shining e Eyes wide Shut in primis, sul quale si innestano, verso la fine, riferimenti al cinema classico hollywodiano, in bianco e nero.

 

Una volta che si è ascoltato l’album in intero, la scelta di girare un video musicale dal carattere fortemente cinematografico risulta perfettamente coerente. Poiché, in effetti, nel continuo intrecciarsi di atmosfere jazzy, downtempo ed elettroniche, venate da continue intrusioni provenienti dal rock psichedelico, l’ultimo opus del gruppo britannico è ricco di suggestioni cinematografiche, che spaziano dalla fantascienza al musical. Alle quali si aggiunge la volontà di creare una sorta di concept album contemporaneo, come ne facevano negli anni settanta David Bowie, Franck Zappa o i Pink Floyd. Se è vero che l’influenza principale sembra essere proprio quella del David Bowie del periodo Young Americans (1975), gli Arctic Monkeys si ispirano anche al Serge Gainsbourg di Histoire de Melody Nelson (1971), altro straordinario concept album, fino ad arrivare ad artisti della French Touch come gli Air.

Abbiamo detto gli Arctic Monkeys, ma forse dovremmo dire Alex Turner visto che Tranquility Base Hotel & Casino sembra nascere e gravitare intorno alla sua personalità, la sua storia e i suoi desideri al punto che il chitarrista del gruppo, Jamie Cook, ha proposto al cantante di fare uscire l’album come un suo progetto solista. In effetti, come spiega Turner, in un’intervista alla rivista francese Les Inrockuptibles, l’album è nato principalmente da due fattori essenziali: il tempo e il pianoforte. Per il suo trentesimo compleanno riceve come regalo, dalla parte del suo manager, un pianoforte. Se per tutti gli altri album precedenti del gruppo, le canzoni erano composte da Turner alla chitarra, il pianoforte gli apre nuovi orizzonti compositivi, più barocchi, che aveva già cominciato ad esplorare nel suo progetto parallelo, in collaborazione con Miles Kane, The Last Shadow Puppets. Rispetto agli album precedenti, le orchestrazioni melodiche sono dunque più complesse e raffinate, arricchitte dalla presenza degli archi e dei sintetizzatori. La batteria si fa meno presente, ma efficacissima nel sostenere, accompagnata da uno straordinario basso ultra groovy (anche in questo caso impossibile non pensare a Gainsbourg), l’architettuta melodica delle canzoni.

Così, Alex Turner e i suoi compagni ci prendono per mano e ci accompagnano in una sorta di viaggio sulla luna per osservare con la dovuta distanza la terra e i suoi affanni. Nei suoi testi al limite del surreale, dal forte carattere narrativo, Turner sembra fare, allo stesso tempo, un bilancio della sua traiettoria di artista (l’album comincia con le seguenti parole: I just wanted to be one of The Strokes, Now look at the mess you made me make) e un inventario ironico della società dello spettacolo contemporanea. Il tutto con una voce estremamente modulabile, da vero crooner, in grado di spaziare con facilità dai seducenti registri bassi a improvvisi falsetti.

Tranquility Base Hotel & Casino è sicuramente l’album più ambizioso e complesso che la band britannica ci ha finora offerto. Si tratta di un album di non facile accesso, da ascoltare e riascoltare per coglierne tutte le sfumature. Sono diversi i pezzi notevoli. Ci preme segnalare in particolare il titolo d’apertura, Star treatment, dall’atmosfera deliziosamente rarefatta e retrò, Tranquillity Base Hotel & Casino, ballata dal sapore psichedelico, e Science fiction, avvolto da sintetizzatori vintage, dal ritmo irregolare e spiazzante. I fan della prima ora ne saranno forse delusi. A noi sembra una svolta molto promettente. È vero che l’album rimane forse troppo legato ai modelli a cui s’ispira. Ciò non toglie che il risultato è notevole, anche da un punto di vista della qualità sonora della registrazione. Alex Turner ha appena 32 anni. È coraggioso e ambizioso. Aspettiamo con fiduciosa impazienza il prossimo album degli Arctic Monkeys.


 

Tranquility Base Hotel & CasinoArctic Monkeys, Tranquility Base Hotel & Casino, 2018 (Domino)