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A Midsummer Night’s Dream…Theater

Dream-Theater-Band

di Davide Zanini

A soli sei mesi di distanza dall’ultimo passaggio in Italia (quattro concerti tenuti a fine gennaio), i Dream Theater tornano nello Stivale per tre ulteriori date: del resto si sa, i cinque alfieri del progressive metal amano (ricambiati) il Bel Paese.

Il primo di questi appuntamenti si tiene a Brescia, nella cornice della centralissima Piazza della Loggia, in una fresca e piovosissima serata di fine ottob…ehm, luglio.

La scaletta del tour (invariata da mesi, detto senza polemica alcuna) è particolare e offre diversi spunti interessanti. La vedremo in dettaglio nel corso di questo report; per ora bastino due dati: primo, la formula è quella di An Evening With Dream Theater, ossia nessun gruppo spalla e durata prevista di circa tre ore; secondo, non ci sarà nessun estratto da Images and Words (1992), l’album più celebre e celebrato della band. (Anche se ciò può forse aver deluso qualcuno, la scelta pare a chi scrive rispettabile e comprensibile: può infatti venire a noia sentirsi chiedere e dover suonare gli stessi pezzi – benché intramontabili – da più di vent’anni.)

Con una puntualità ammirevole e (personalmente) mai vista, alle 20.30 esatte lo show ha inizio sulle note di False Awakening Suite, la breve introduzione dell’ultimo, omonimo album (2013). Proprio Dream Theater, legittimamente, sarà l’album più rappresentato in questa prima parte di concerto. E la cosa non dispiace; si tratta infatti di un disco assolutamente convincente e riuscito, molto probabilmente il migliore del gruppo da diversi anni a questa parte (forse addirittura dai tempi del capolavoro Metropolis Pt. 2: Scenes from a Memory, 1999). Dal disco in questione vengono eseguite The Enemy Inside, bel pezzo insieme potente (a tratti quasi djent) e melodico al punto giusto; l’accattivante The Looking Glass; la strumentale Enigma Machine, ideale “vetrina” per mettere in mostra le straordinarie doti tecniche dei quattro strumentisti (con tanto di, canonico, assolo di batteria); la “ballatona” Along for the Ride.

Tra questi brani ne trovano spazio anche altri, di diversa provenienza discografica. Due sono i pezzi da A Dramatic Turn of Events (2011): On the Backs of Angels e Breaking All Illusions (che chiuderà la prima parte del set). Brani buoni ma non trascendentali – benché ben suonati – parte di un disco che verrà ricordato più che altro per essere stato il primo senza lo storico batterista Mike Portnoy e il primo con il nuovo arrivato Mike Mangini dietro le pelli (ed ecco forse così spiegato l’inserimento in scaletta di brani da quell’album).

C’è spazio anche per due minisuite (circa 13 minuti l’una): l’aggressiva The Shattered Fortress, dal recente (2009) Black Clouds & Silver Linings; e la bellissima Trial of Tears, da Falling into Infinity (1997), il controverso “album pop” della band. Nota di colore: in quest’ultimo brano James LaBrie omaggia gli spettatori (duemila circa, indomiti sotto una pioggia che non concede tregua) con i versi «It’s raining, raining/ On the streets of Brescia», con la Leonessa a sostituire la “New York City” della versione originale.

Fin qui (ma il discorso vale per tutto il concerto) poco da dire sull’esecuzione: i Dream Theater sono tra le band tecnicamente più preparate al mondo, una macchina oliatissima che procede senza sbavature incurante della complessità dei brani proposti; da segnalare in particolare è l’ottima prova vocale di James LaBrie, definitivamente tornato su standard di assoluta eccellenza.

Non male anche suoni e volumi, anche se voce, tastiere e chitarra (soprattutto quest’ultima, con John Petrucci assoluto mattatore e protagonista della serata) paiono ricevere un trattamento “di favore” a scapito di una sezione ritmica leggermente penalizzata (manca soprattutto, ahimè, la “botta” delle casse di Mangini).

Dopo 15 minuti esatti di pausa, il concerto riprende – per la gioia dei presenti – con cinque pezzi da Awake (1994), storico album tra i più amati dai fans, nonché tra i più propriamente metal della produzione Dream Theater. L’uno-due The MirrorLie è in effetti tra i momenti più heavy e trascinanti (e applauditi) della serata. Oltre alla complessa, e perfettamente eseguita, Scarred, trovano poi spazio anche le due canzoni più particolari e melodiche di Awake, ossia l’orecchiabilissima Lifting Shadows Off a Dream e Space-Dye Vest, atmosferica e sognante ballata dominata dalle tastiere.

Esaurita la “sezione Awake”, si torna al presente con Illumination Theory, da Dream Theater: composizione monstre di oltre venti minuti, è indubbiamente una delle suite più belle e riuscite di tutta la produzione della band (a parere mio la migliore, ovviamente dopo la storica e inarrivabile A Change of Seasons).

Ci sarebbe già di che essere ampiamente soddisfatti, ma lo show non è ancora terminato. Tutt’altro. Il gran finale è infatti riservato a quattro estratti da Metropolis Pt. 2: Scenes from a Memory (1999), concept album capolavoro, per chi scrive vertice assoluto (con l’immancabile Images and Words) della discografia dei Dream Theater. Brividi ed entusiasmo alle stelle quindi per l’accoppiata Overture 1928Strange Deja Vu; bocche spalancate per l’incredibile complessità tecnica e ritmica della strumentale The Dance of Eternity; tripudio finale per la conclusiva Finally Free, sulle cui note – dopo tre ore esatte – termina il concerto.

Uno show che, per qualità e quantità, non avrà certo lasciato nessuno spettatore deluso o insoddisfatto (…prescindendo dalle condizioni meteo!)

 

Brescia, Piazza della Loggia; 21 luglio 2014

Setlist: False Awakening Suite, The Enemy Inside, The Shattered Fortress, On the Backs of Angels, The Looking Glass, Trial of Tears, Enigma Machine, Along for the Ride, Breaking All Illusions; The Mirror, Lie, Lifting Shadows Off a Dream, Scarred, Space-Dye Vest, Illumination Theory; Overture 1928, Strange Deja Vu, The Dance of Eternity, Finally Free.