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La splendida leggerezza dell’essere pop: Perturbazione, Musica X

Perturbazione

di Davide Zanini

Voglio giocare a carte scoperte, quindi lo dico subito: i Perturbazione sono una delle mie band preferite e, più specificamente, li reputo il miglior gruppo pop italiano.

Questo mio apprezzamento per la formazione di Rivoli è dovuto a più fattori: innanzitutto, canzoni bellissime, con uno stile che – pur partendo dall’influenza dell’indie pop britannico (Smiths, Belle and Sebastian) e della migliore tradizione pop e cantautorale italiana – sa essere personale e ormai riconoscibilissimo; una poetica insieme leggera e profonda, semplice ma mai banale, incentrata sulle esperienze quotidiane e sulle piccole cose (che sono poi quelle realmente importanti) della vita di ognuno di noi; la sincerità, la credibilità, l’umiltà di una band dall’attitudine davvero unica, agli antipodi di qualsiasi forma di posa e di divismo (chi li ha visti dal vivo sa sicuramente cosa intendo).

Insomma, un gruppo a cui è impossibile non voler bene.

Fatta questa premessa, veniamo all’effettivo oggetto del discorso: Musica X, sesto album dei Perturbazione. Il disco in questione non è una completa novità, in quanto originariamente pubblicato nel maggio 2013; ne parliamo ora perché pochi giorni fa (il 20 febbraio) ne è uscita una riedizione, con l’aggiunta dei due brani portati dalla band al Festival di Sanremo.

Già, Sanremo: a dispetto dell’ottuso “integralismo” dei puristi indie e degli ayatollah alternative, i Perturbazione hanno sempre sognato di poter salire sul palco dell’Ariston e, finalmente e meritatamente, ci sono riusciti, ottenendo per altro ottimi riscontri (tra cui il premio della Sala Stampa “Lucio Dalla”).

In apertura del disco troviamo proprio i due pezzi sanremesi: L’unica e L’Italia vista dal bar.

La prima è una pop song praticamente perfetta, di quelle che (in un mondo ideale) dovrebbero stare per mesi in cima alle classifiche e alle programmazioni radiofoniche; qui il tema – centrale in tutto l’album – sesso/amore (in età e situazioni diverse) è declinato con intelligenza, garbo e ironia, per una canzone che sa essere assolutamente accattivante senza risultare ruffiana.

Forse un po’ oscurato da L’unica, anche L’Italia vista dal bar è un brano di tutto rispetto: in esso emerge la tipica e consolidata capacità dei Perturbazione di parlare anche di temi più seri e impegnativi con lucidità e sincerità, privilegiando uno sguardo “dal basso” che si concentra sulle piccole/grandi cose del quotidiano, sempre con un tocco d’ironia e senza volersi mai prendere troppo sul serio («E se la gente s’incazza scenderemo in piazza/o al bar a far la ri-colazione»).

La versione originale dell’album inizia con la terza traccia, Chiticapisce; pur non essendo tra i migliori del disco, questo brano è comunque indicativo delle novità introdotte dai Perturbazione in Musica X a livello di sonorità, con un ruolo fondamentale attribuito alla componente elettronica e all’ampio uso di synth (produttore dell’album è, non a caso, Max Casacci dei Subsonica); al tempo stesso, l’identità della band non ne risulta stravolta e resta ben riconoscibile (un po’ sacrificato è forse solo il violoncello di Elena Diana).

La successiva La vita davanti ha un ritornello che è 100% puro pop e che, al contempo, con il suo gusto dolce/amaro, è estremamente profondo e intenso: in sostanza, uno dei marchi di fabbrica dei Nostri. La title track Musica X è uno dei pezzi più marcatamente elettronici del disco, ma lo è senza nessuna spersonalizzante freddezza e con melodie che rasentano la perfezione.

Il brano successivo, Diversi dal resto, è uno dei punti forti dell’album, grazie soprattutto a un testo sincero e bellissimo (il suo tema centrale, riferito alla vita di coppia ma non solo, è quello sintetizzato dal ritornello: «Noi non siamo diversi dal resto/noi non siamo diversi/del resto»).

A livello lirico, nel disco, sono di particolare importanza i motivi del passaggio a una maturità ormai completa, del confronto generazionale, delle responsabilità dell’età adulta e dell’essere genitori: temi che si riscontrano soprattutto in Mia figlia infinita e in I baci vietati.

La prima è una canzone di grande delicatezza, propria di quel versante dolce/malinconico sempre presente nei Perturbazione, ma piuttosto marginale in questo album: un pezzo quindi un po’ isolato e diverso dagli altri, ma non per questo trascurabile o mal riuscito. Ma è con I baci vietati che, a mio avviso, si raggiunge il vertice di Musica X.

Si tratta di una canzone semplicemente splendida, in cui molto riuscito è anche il contributo vocale di Luca Carboni; il testo – profondo, bellissimo – affronta il tema del rapporto tra generazioni («Siamo figli finché un giorno/diventiamo anche noi genitori»), con un connubio tra parole e musica di grande, grande intensità: il ritornello («Chissà se son contento/chissà se mi accontento di/non raccontare mai a nessuno cosa sento») e il finale («Con mio padre non ho mai parlato di sesso/mi domando: con mio figlio farò lo stesso?»), in particolare, sono da brividi.

Forse esagererò, ma I baci vietati, andando oltre il discorso sul solo Musica X, è un pezzo da antologia della musica italiana degli ultimi anni (e non solo), una canzone davvero importante (non saprei come definirla meglio): il consiglio per tutti, spassionato e sincero, è di ascoltarla.

Al capolavoro dell’album seguono due tracce decisamente più facili e leggere: Monogamia e Ossexione (questa con la partecipazione di Erica Mou) sono due canzoncine piacevoli e senz’altro godibilissime ma non indimenticabili, anche a livello lirico (i temi dei testi sono facilmente intuibili dai titoli). Non trascendentale né originalissimo è anche il tema («E conta solo il mondo fuori/non quello dentro») di Questa è Sparta (feat. I Cani), che però viene articolato con intelligenza e ironia («La bellezza affermano non ha nessun valore/soltanto che se manca si sanguina e si muore/La bellezza dicono nei vicoli di Sparta/ti serve più di un pezzo di carta»), in un brano anche musicalmente molto riuscito.

L’album si chiude con Legàmi, un bel pezzo, tra i meno immediati del disco e con una forte presenza di elettronica.

Per concludere: Musica X è un bellissimo disco, opera matura di una band che ha saputo rinnovarsi mantenendo una sua identità assolutamente riconoscibile. Un disco compatto e diretto (praticamente tutte le canzoni durano 3 minuti e mezzo), “leggero” e pop nel senso migliore, godibilissimo ma anche profondo, “adulto” e intenso. Un disco che, infine, consiglierei anche a chi, non conoscendoli, volesse iniziare ad ascoltare i Perturbazione per la prima volta: probabilmente non è il loro album migliore (l’ormai classico In circolo è difficilmente superabile, e veramente notevole era stato anche il precedente, monumentale, Del nostro tempo rubato) ma, a mio avviso, Musica X  potrebbe essere davvero un ottimo punto da cui partire.

Perturbazione, Musica X (Mescal, 2014)

01 L’unica 02 L’Italia vista dal bar 03 Chiticapisce 04 La vita davanti 05 Musica X 06 Diversi dal resto 07 Mia figlia infinita 08 I baci vietati 09 Monogamia 10 Ossexione 11 Questa è Sparta 12 Legàmi