di Serena De Blasio
Metti una sera a spasso per Bergamo. Un lunedì di febbraio, nell’infausta stagione di piogge e nebbia, a zonzo con un paio di amici alla ricerca disperata di un locale aperto (missione difficile), possibilmente con un palco e una band che suoni dal vivo (missione impossibile). Nel migliore dei casi l’avventurosa uscita si concluderà presto (desolatamente presto!) dopo una birra sorseggiata in compagnia e quattro chiacchiere con musica diffusa in sottofondo.
Metti una sera che non ti aspetti, trascorsa a casa, di fronte a un palco improvvisato, allestito per un evento d’eccezione. Ti ritrovi curiosamente seduto in mezzo a una variegata combriccola di sconosciuti, accomunati dall’amore per la musica e dalla predilezione per gli artisti emergenti e le proposte inedite. Stai per vivere un’esperienza più che assistere a un’esibizione, perché il concerto in programma non ha nulla di convenzionale: è per pochi intimi, si svolge in un salotto domestico ed è rigorosamente acustico. E chi suona, fino all’ultimo, non è dato saperlo.
La mia prima, emozionante, esperienza Sofar ha luogo una sera come tante, nell’insolita cornice di un elegante appartamento nel centro di Bergamo. Un punto di luce che illumina lo sfondo di una città assonnata, abituata ad andare a letto presto. Siamo una quarantina di persone e l’atmosfera salottiera è inaspettatamente confidenziale, quasi familiare, anche se non conosco quasi nessuno dei presenti. C’è tempo per socializzare, scambiare due parole con la padrona di casa mentre senza clamore dei volenterosi ragazzi (che scoprirò poi essere i musicisti che si esibiranno nel corso della serata) preparano gli strumenti musicali scivolando silenziosamente tra il pubblico. Scopro di essere circondata da musicisti e habitué di circoli musicali e live club delusi da un panorama sempre meno vivace, dominato dai “soliti noti” e dalle tribute band (con rispetto parlando, a volte sarebbe interessante ascoltare dell’altro). Dopo mezz’ora ci si sente già di casa, tra amici. Mentre il clima comincia a scaldarsi ci viene chiesto di prendere posto dove capita prima che il concerto abbia inizio (trovo un bel cuscino e mi accomodo sul pavimento). Fino a questo momento non so esattamente cosa la serata musicale abbia in serbo e l’attesa inizia a farsi febbrile. Rompe gli indugi il primo artista della serata, The Heart and the Void, cantautore sardo con vocazione indie-folk. Imbracciando la chitarra acustica intona alcuni dei brani raccolti nel suo recente ep Like a Dancer, regalando a un pubblico curioso ma esigente venti intensi minuti di musica “nuda e cruda”. Applausi. Va in scena la brava Maria Devigili, cantautrice trentina, in duo minimal chitarra-batteria con il percussionista e batterista Stefano Orzes. Anche per lei un ep e un disco autoprodotto all’attivo (La Semplicità e Motori e introspezioni): le canzoni della serata includono inediti e brani tratti da quest’ultimo lavoro discografico. Ancora applausi. Tra un cambio palco e l’altro c’è spazio per l’incursione fuori programma del quartetto a cappella Quattrosenza, che offre due versioni irresistibili dei classici Mr. Sandman e Blue Moon. Si tiene il ritmo a schiocchi di dita, qualcuno accenna un passo di danza e batte le mani a tempo. Il timore che l’house concert sia un evento radical chic è definitivamente fugato. Chiude il concerto la performance del gruppo milanese Il Fieno (ep I Bambini crescono) con formazione acustica al gran completo: chitarra, basso, percussioni e voce.
Dopo un’ora e mezza di musica dal vivo l’impressione è quella di conoscersi tutti. Ci si sente bene, sfiorati dalla bellezza di una serata strana ed entusiasmante.
Dagli esordi a oggi Sofar ha ingrandito la propria rete su scala globale, raccogliendo la sfida di organizzare iniziative musicali in tutto il pianeta. Tra le città che ospitano eventi Sofar si annoverano Londra, Newcastle, Amburgo, Parigi, Stoccolma, Barcellona, Tallin, Instanbul. Ma anche New York City, San Francisco, Singapore, Città del Messico, Pechino, San Paolo, Toronto, Sydney. In tutto 47 città. E il network di music-lovers è in continua espansione.
Sofar è approdato in Italia nel 2013, grazie alla collaborazione con la start-up Splitgigs, una piattaforma online a iscrizione gratuita che aiuta musicisti e gruppi emergenti a esibirsi dal vivo, attraverso la condivisione dei concerti. L’idea di fondo è semplice ma efficace: condividere il palco con un’altra band che faccia da gruppo spalla, per poi vedersi ricambiato il favore in occasione di future date live. “Splitting gigs” per l’appunto, declinazione moderna del diktat “do ut des”.
Fino ad ora la collaborazione Splitgigs-Sofar ha prodotto quattro concerti italiani, coinvolgendo due città (Milano e Bergamo), dodici artisti (Plan de Fuga, Pier Tironi, Sarah Stride, Calvino, Panicles Rockband, Pagliaccio, Plastic Made Sofa, Tita, Gionata Mirai, Maria Devigili, Il Fieno, The Heart and the Void) e un numero imprecisato di entusiasti Sofar-fan.
Chi si fosse perso le prime puntate può cercare i video dei concerti italiani sui canali Youtube di SofarSounds, girati, editati e montati dallo staff tecnico dell’organizzazione (chapeau!).
Se è vero che la creatività fiorisce più rigogliosa e forte nei periodi di difficoltà, allora nessun tempo meglio del nostro può stimolare l’inventiva e la nascita di iniziative fuori dal coro. Sofar Sounds è senz’altro un esempio eccellente.