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«Strappare la libertà al mondo». Maschio nero di Elgas.

Niccolò GualandrisdiNiccolò Gualandris
29 Settembre 2025
in Letterature
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«Strappare la libertà al mondo». Maschio nero di Elgas.

Da venerdì 3 a domenica 5 ottobre torna a Città di Castello CaLibro Africa, il festival dedicato alla letteratura africana organizzato con le edizioni E/O, che arriva alla terza edizione. Anche quest’anno noi ci saremo, a seguire dal vivo gli incontri con autrici e autori come Noo Saro-Wiwa, Elgas e Mathias Enard. Ne renderemo conto su queste pagine e cominciamo, oggi, con la recensione del nuovo libro di Elgas, Maschio nero, che dialogherà con Giorgia Sallusti domenica 5 ottobre alle 11, all’Auditorium di San Giovanni Decollato.


Un “maschio nero” trentatreenne fresco di dottorato in antropologia si confessa in un diario intimo sulla sua vita familiare, sessuale, lavorativa nell’arco di un anno. Il difficile rapporto tra la sua condizione di emigrato senegalese in Francia, la relazione con la madre che lo vorrebbe “sistemato” e non assimilato ai bianchi tra cui vive da quindici anni, il senso di vuoto e l’incapacità di amare sono i temi portanti del primo romanzo di Elgas, sociologo, saggista e romanziere senegalese, uscito in Francia nel 2021 e tradotto da Alberto Bracci Testasecca e per Edizioni e/o nel 2025.

Elgas si era già fatto conoscere al pubblico italiano con I buoni risentimenti. Saggio sul disagio postcoloniale (traduzione di Lorenzo Alunni, Edizioni e/o, 2024), un’opera di saggistica brillante e ambiziosa, della quale avevamo parlato a lungo in un’intervista al festival CaLibro Africa di Città di Castello; un estratto dal suo diario di viaggio in Senegal, Un Dieu et des moeurs (2015), è stato tradotto per il secondo numero dell’antologia Africana (Feltrinelli, 2024), curata da Chiara Piaggio e Igiaba Sciego. Quest’anno, ospite a CaLibro per la seconda volta, Elgas presenterà Maschio nero con Giorgia Sallusti sabato 5 ottobre alle ore 11, presso l’Auditorium di San Giovanni Decollato.

Il protagonista del romanzo è un adulto che deve per la prima volta confrontarsi con l’abisso della vita post-accademica. Se l’università e il dottorato gli hanno permesso di prolungare la sua permanenza in Francia, seppur senza cittadinanza, e gli hanno concesso di ritardare di dieci anni il suo ingresso nel mondo del lavoro, ora si trova a dover affrontare un crocevia di scelte lavorative, familiari, relazionali a cui non si sente pronto.

Il primo scoglio è il difficile rapporto con la madre pervaso da «un imbarazzo che poteva essere attribuito soltanto al dolce abisso scavato dal tempo» (p. 8 edizione digitale); la sua visita in Francia dopo più di un decennio di separazione è un conto da saldare con le proprie origini in una famiglia che gli ha trasmesso il senso del dovere ma in cui non ha imparato ad amare.

Ci sono poi i rapporti con le donne, «l’arte del rimorchio» perfezionata negli anni della rivincita post-adolescenziale, in cui alla crescita intellettuale si è accompagnato il senso di conquista di una propria identità maschile desiderabile. Il sesso, visto come terreno di parità tra generi, è il terreno di prova per riempire le mancanze della vita. La dissociazione tra sesso e sentimento è condizione necessaria per sopravvivere senza saper amare. «Amare significava quindi copulare. Avevo risolto così l’equazione della mia vita a breve e medio termine. Non dovevo rendere conto a nessuno» (p. 36).

Il terzo tassello è il lavoro: dalle decine di impieghi necessari a vivere decentemente nella capitale francese, alla temporanea sicurezza offerta dall’insegnamento fino alla possibile carriera universitaria, la sfera intellettuale è la controparte di quella sessuale. Entrambe viste come campi di battaglia, entrambe devono essere equamente stimolate per garantire una soddisfazione sufficiente a compensare la mancanza di amore.

Partendo da presupposti sociali diversi, Maschio nero, scivola comunque nei territori del romanzo borghese o post-borghese, complice l’erosione simbolica progressiva di questa categoria e del suo significato economico e sociale. Il protagonista è un adulto che si affaccia al coronamento della sua formazione trovandosi contemporaneamente in un classico triangolo amoroso: da una parte la madre che lo vuole sposato e «incastrato» in una vita di responsabilità familiari, dall’altra l’amore di una donna, Mélodie, bianca, dolce e materna, ma anche le tentazioni di una rampante studiosa nera, tormentata e passionale. Al centro del crocevia lui, un maschio nero, schiacciato tra le responsabilità e la propria libertà, in cui si insinua il dubbio che forse per imparare ad amare bisogna iniziare da sé stessi.

Sono un maschio nero, nient’altro. Un nero infinitamente uguale a tutti gli altri maschi di questo pianeta e infinitamente diverso da loro. Un maschio che non si può dire. Non importa il mio nome, lo presto a tutti gli anonimi. […] La mia vita è una pagina intonsa su cui la mia famiglia e la mia comunità hanno proiettato le loro aspettative, e il mondo la sua reputazione e i suoi fantasmi. Tra gli interstizi stretti e schiaccianti resta una possibilità di vivere. […] Nella mia ricerca d’amore ho trovato qualcosa di molto più prezioso e urgente, la condizione di tutto: essere liberi, strappare la libertà al mondo intero e soprattutto alla propria gente, a qualunque costo (p.139).

Smarcandosi da queste tappe – quasi obbligate – della formazione romanzesca, che rischierebbero di appiattire l’identità del testo, l’intreccio di Maschio nero regala pagine in cui lo sguardo sociologico dell’autore si innesta efficacemente per raccontare le contraddizioni della realtà francese, il razzismo e le disuguaglianze. Parigi, che «fa convivere come nessun’altra città le sue meraviglie e le sue ferite, i rifiuti umani accanto ai baroni, i turisti che solo una via separa dai pervertiti, immensi tesori e immensi drammi umani» (p. 21) è lo sfondo ideale per rappresentare i conflitti che devono essere raccontati. Il miraggio della pace sociale è un retaggio novecentesco, anche per chi cerca di integrarsi. Nel romanzo di Elgas le coscienze individuali, quella del protagonista e soprattutto degli altri «maschi neri» che si trovano di volta in volta a ricoprire il ruolo del maestro, dell’integrato, del rivoluzionario o del semplice opportunista, si intrecciano in una voce collettiva che sembra concordare su un punto: «Non esiste un calendario naturale per guarire dal razzismo, quelle sono balle da progressisti ricchi» (p.116).

La forza di Maschio nero è nella sua tensione: nel raccontare lo scontro identitario, l’incapacità di amare, l’ossessione del corpo e del lavoro, Elgas mette a nudo non solo la vita di un singolo emigrato senegalese, ma le contraddizioni di un’intera generazione cosmopolita, segnata da precarietà e sradicamento. Il romanzo colpisce perché sa essere al tempo stesso confessione intima e ritratto collettivo, racconto di formazione e analisi della contemporaneità. Un esordio narrativo che non si limita a “parlare di” identità e libertà individuale, ma che le interroga con intelligenza, trasformando il percorso del protagonista in una riflessione universale.

Attraverso la forma del diario, che alterna momenti di nuda confessione a lampi di analisi quasi etnografica, Elgas riesce a tenere insieme due registri spesso difficili da conciliare: quello della vita quotidiana con i suoi desideri, i suoi fallimenti, le sue precarietà, e quello del discorso sociale, che si sostanzia in una riflessione e postcoloniale sulle ingiustizie e le fratture del presente. Il romanzo riesce a collocarsi dentro la tradizione del romanzo europeo contemporaneo pur mantenendo una voce autonoma, capace di interrogare tanto la letteratura africana francofona quanto il lettore italiano. La scrittura, stilisticamente sorvegliata e matura, senza mai cadere nell’astrazione saggistica, sa aprirsi a momenti di introspezione anche lirica che ben dimostrano, ancora una volta, il ruolo privilegiato della narrativa nel sondare le contraddizioni intrinseche del mondo e del vivere contemporanei.


Elgas, Maschio nero, trad. A. Bracci Testasecca, Edizioni E/O, Roma 2025, 240 pp. 19,00 €

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Tags: AfricaCaLibroElgasFestivalMaschio neroromanzo
Niccolò Gualandris

Niccolò Gualandris

Niccolò Gualandris (Bergamo, 1999) è attualmente laureando in Lettere moderne presso l'Università degli Studi di Milano. Spera di trasformarsi in laureato quanto prima, almeno per soddisfazione personale.

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