Compone davvero una rassegna divertente (in senso etimologico, in quanto dis-verte, continua a far volgere altrove l’attenzione del lettore) questa composita raccolta di interviste. Sette intervistatori e sette intervistati: quattordici voci dunque ad intrecciarsi in un florilegio di versi (poetici) ma anche di sguardi, citazioni, ammicchi.

I sette poeti li conosco bene: sono le sette voci scelte dal Comitato di Lettura dei Quaderni di Poesia Italiana Contemporanea per il XII Quaderno, uscito da Marcos y Marcos nel marzo 2015.  Sette voci scelte tra centinaia di proposte pervenute nell’arco dei due anni precedenti. E passate più volte al setaccio: ridotte dapprima a settanta le possibili candidature, quindi a trenta, infine a quindici (i semifinalisti) per giungere ai sette magnifici.

Conosco però anche alcuni degli intervistatori, come Claudia Crocco, e Alberto Comparini che ha ideato e curato complessivamente l’iniziativa. Quindi il gioco delle citazioni incrociate, degli sguardi e degli ammicchi mi ha trovato spesso partecipe complice.

Comprendo bene allora l’inevitabile strizzatina d’occhio di Diego Conticello al suo barocco siciliano – e in particolare alla figura alta e pure mitteleuropea del grande Ripellino – ma anche il suo tirare per la giacchetta, santi numi, Eugenio Montale, che la collega Maria Borio relega a oggetto di studio: dal tema della maturità alla tesi di dottorato. Non senza avere – quest’ultima – allargato a Zanzotto e Sereni la riflessione, e portando l’intervistatore Comparini all’inevitabile domanda: ritieni necessaria la dimensione narrativa nella lirica? E qui la risposta me la dà la viva voce di Maria, in una conversazione privata di qualche mese fa, in cui mi parlava dei muri spessi della sua casa di famiglia a Perugia, del fresco d’estate. Muri spessi per equilibri assoluti.

Claudia Crocco vuole invece indurre il poliedrico Lorenzo Carlucci, in bilico tra l’Africa di Petrarca e la chimica-fisica, a dichiarare che lui no, non c’entra proprio niente con gli altri sei compagni di cordata. Avrei risposto allo stesso modo quasi quarant’anni fa, se mi avessero chiesto che cosa c’entrassi io con Mussapi, Magrelli, Lamarque, Pontiggia e gli altri autori dei Quaderni della Fenice di Guanda scelti da Giovanni Raboni con Maurizio Cucchi redattore? Forse sì: il bricolage con le poesie scritte in precedenza serve anche a questo (per me è ancora così). E certamente, con Carlucci, ben si aggiungono anche Sbarbaro e Campana al pantheon dei maestri.

Con Maddalena Bergamin, bilingue ormai e ben radicata anche nella cultura francese, si aggrega invece Lacan, ma a far da contrappeso Bergamin cita anche il Leopardi più segreto, quello ancora non accettato dall’accademia italiana, il Leopardi omosessuale, esule a Napoli per amore, a mantenere con le sue scarse rendite l’amato Antonio e la di lui sorella. Ne sono certo, Maddalena: anche tutti i tuoi altri tu si riconoscono come femminili.

Di Samir Galal Mohamed ho già detto e scritto molto in varie altre occasioni, data la sua presenza meticciale rompighiaccio nel provinciale panorama poetico italiano; quindi non sto a ripetermi: tra l’altro Samir apparirà anche come “personaggio” nel mio prossimo libro di narrativa Il racconto dello sguardo acceso, in uscita in febbraio 2016 da Marcos y Marcos. Con lui, comunque, aggiungiamo Rimbaud al nostro pantheon. Mentre con Alessandro De Santis aggreghiamo Sandro Penna, e soprattutto facciamo tesoro della sua  voglia barthesiana di frammento, di giudizio non per autore e neanche per libro, ma per singola sezione o poesia. Per strofa.

Giungo infine allo straniamento da schermo di Marco Corsi, tra i sette poeti quello che ho avuto modo di conoscere e frequentare di più anche in privato. E Marco – all’ideale pantheon dei sette poeti del XII Quaderno – aggiunge anche Giudici e Rosselli. Ma passando per A Single Man di Isherwood replica con grande abilità all’abilità dell’intervistatore, costringendo anche me spalle al muro a confessare:


 

quaderno di poesia

Qui si possono leggere le altre puntate del ciclo dedicato ai poeti del Quaderno di poesia Marcos y Marcos:

Tommaso Di Dio, Il crollo e il canto – per il XII Quaderno di poesia

Alessandro Giammei, Fingendo te – Intervista a Maddalena Bergamin

Alberto Comparini, La sabbia e il fuoco – Intervista a Maria Borio

Claudia Crocco, Eliminare l’assoluto? – Intervista a Lorenzo Carlucci

Daniele Visentini, Lo spazio bianco che viene dopo  Intervista a Marco Corsi

Michel Cattaneo, Ridursi al silenzio mai  Intervista a Diego Conticello

Fabrizio Miliucci, Sempre un poco diverso – Intervista ad Alessandro De Santis

Francesco Giusti, Agire sul mondo – Intervista a Samir Galal Mohamed

Immagine di copertina: Grande Cretto Nero @Alberto Burri, 1977.